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La presenza dell’uomo nell’area dell’arcipelago di Cherso e Lussino risale all’età della pietra. I reperti archeologici più antichi ci rimandano all’uomo delle caverne ed alle sue dimore, quali la Jama na sredi sul versante meridionale dell’isola di Cherso e la Vela spilja sul versante occidentale dell’Osorščica.

Un'eredità marinara

I primi colonizzatori di queste terre furono i Liburni, che vi si stanziarono a partire dal VII sec. a.C. I Liburni, abili navigatori, seppero riconoscere i pregi del canale di Osor e del porto di Cherso. Fu proprio qui che fondarono i primi insediamenti: Apsoros (Osor/Ossero) e Crepsa (Cres/Cherso). Si crede che siano stati proprio i Liburni a scavare il canale artificiale che separa le due isole di Cherso e Lussino, per poter raggiungere più velocemente l’Adriatico settentrionale.

Parte della mitologia greca

Antiche fonti scritte d’origine greca ci dicono che l’arcipelago in questione a quei tempi si chiamava Apsyrtides nesoi (Isole di Osor), nome legato ad una delle leggende più intriganti sull’arcipelago. Il mito racconta di come un gruppo di marinai chiamati Argonauti, capitanati da Giasone, sottratto al re Eete il vello d’oro e rapitane la figlia Medea, fuggirono inseguiti da Apsirto, figlio di Eete e fratello di Medea. Quando questi li raggiunse, in prossimità di Osor, Giasone e Medea, trattolo in inganno, lo uccisero cospargendo nel mare circostante il suo corpo in brandelli, da cui nacquero le isole di Apsirto, le Apsyrtides appunto.

I romani arrivano e Osor diventa prominente

Al tempo dell’antica Roma, la potenza marinara di Osor era all’apice e la città divenne uno dei più importanti centri mercantili e marinari dell’Adriatico settentrionale. A quel tempo Osor aveva tutte le caratteristiche architettoniche di una città romana: il foro, i templi, il teatro ed altri edifici pubblici. Osor, tuttavia, alla caduta dell’Impero romano d’Occidente non perdette la propria importanza; anzi, viaggiare per mare allora era considerato più sicuro che attraversare la terraferma, ed Osor nei secoli V e VI seppe sfruttare la propria posizione strategica, continuando ad essere un importante centro marittimo.

Cres (Cherso) nelle fonti romane è citata come Crexa, Crexi o Crepsa. La sua rilevanza riposava sul porto ben riparato, sull’entroterra fertile e sulla vicinanza all’Istria.

In base alla leggenda di Apsirto ed al ritrovamento di un sito d’anfore greche, è possibile supporre che Cherso ed Ossero fossero all’epoca città con una rete di relazioni mercantili d’oltremare ben sviluppata.

E siccome Osor, come abbiamo visto, era un importante centro marittimo, l’area circostante fu spesso teatro di cruente battaglie, a causa delle quali Osor stessa perse la propria influenza, sino ad andare gradualmente in rovina. Letale fu il colpo che subì a causa della guerra tra Genova e Venezia del 1377.

Lo scettro di capoluogo dell’isola passò così a Cres (Cherso), roccaforte del governo veneziano, che le consentì una rapida ascesa ed un forte sviluppo economico. Basti pensare che pochi anni dopo Cres avrebbe contato 2000 abitanti, mentre la popolazione di Osor era ridotta a soli 500 abitanti.

Dominazione veneziana e austriaca

Nei secoli XVI, XVII e XVIII il dominio sulle isole passò dai veneziani ai francesi, per giungere agli austriaci. Gli isolani si sono sempre occupati di pesca, mentre l’esportazione del legno determinò la nascita della cantieristica navale, a cui dobbiamo lo sviluppo di Cres. Il porto di Cres era tutto un pullulare di velieri che trasportavano vino, pesce, bestiame, olio e legno.

Con il governo austriaco, che inizia nel 1814, arriva la tanto sospirata pace, e gli isolani possono dedicarsi alla pesca.

Oggi Cherso/Cres è una tipica cittadina mediterranea con un intrico di viuzze e calli e tanti resti dell’architettura prevalentemente veneziana. Cherso-città conta oggi 2500 abitanti.

La storia dei campeggi sull’isola di Cherso
  • Il campeggio Slatina – anno di nascita 1985.
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